Nel cuore elegante di via Po, all’interno delle antiche architetture seicentesche del convento di Sant’Antonio Abate, si trova la Fondazione Accorsi – Ometto – Museo di Arti Decorative, uno dei più raffinati musei di Torino, capace di trasformare la visita in un viaggio attraverso secoli di gusto e raffinatezza. Qui, ogni sala è pensata come un ambiente abitato, ricostruito con arredi e opere che restituiscono l’atmosfera delle dimore aristocratiche tra il Medioevo e l’Ottocento.
Il percorso del Museo Accorsi Ometto conduce tra mobili preziosi, porcellane, argenti, cristalli e arazzi, con al centro il celebre “mobile più bello del mondo” di Pietro Piffetti, autentico capolavoro di ebanisteria settecentesca. Tutto nasce dalla visione di Pietro Accorsi, uno dei più grandi antiquari italiani del Novecento, che ha dedicato la vita a collezionare opere d’arte decorative, e dall’instancabile impegno di Giulio Ometto, suo erede e presidente della Fondazione, che ne ha ampliato e consolidato il patrimonio.
Visitare la Fondazione Accorsi Ometto Museo di Arti Decorative significa entrare in una casa-museo viva e affascinante, dove ogni oggetto racconta una storia di arte, bellezza e quotidianità. È una tappa ideale per chi desidera scoprire Torino in due giorni, abbinando la visita ai grandi monumenti con un percorso più intimo e originale. Perfetto anche per famiglie che vogliono vivere Torino con un’esperienza culturale diversa, la Fondazione è una meta consigliata per chi viaggia a Torino con i bambini e desidera introdurli al fascino delle arti decorative. Un luogo che, insieme ad altri capolavori del territorio, racconta la ricchezza artistica del Piemonte.
Fondazione Accorsi
L’idea di creare una fondazione culturale affiora in Pietro Accorsi già negli anni Sessanta, mossa dal desiderio di legare il proprio nome al patrimonio artistico raccolto in una vita di lavoro e di condividerlo con la città. Quel progetto prende forma il 14 maggio 1975, quando viene redatto lo statuto che sancisce la nascita della Fondazione, con Giulio Ometto nominato membro a vita del consiglio di amministrazione.
Dopo la morte di Accorsi, avvenuta nel 1982, la Fondazione Ometto avvia la trasformazione del palazzo seicentesco di via Po 55 in un museo capace di custodire e valorizzare la straordinaria collezione del celebre antiquario. Il lungo restauro dell’edificio, condotto con grande attenzione filologica, ha restituito ambienti armoniosi e funzionali all’allestimento museale, inaugurato il 2 dicembre 1999 come primo museo in Italia interamente dedicato alle arti decorative.
Con la scomparsa di Giulio Ometto nel 2019, anche la sua collezione personale confluisce nel percorso espositivo, arricchendo ulteriormente il museo e dando vita alla Fondazione Accorsi – Ometto, oggi riconosciuta come uno dei più autorevoli centri italiani dedicati alle arti decorative.
Museo Accorsi-Ometto
Il Museo Accorsi Torino è stato progettato nel 1999 seguendo il gusto e la visione di Pietro Accorsi, che privilegiava il Settecento piemontese e francese, senza tralasciare preziose testimonianze veneziane e importanti opere anteriori e posteriori al secolo dei Lumi. L’allestimento restituisce l’atmosfera di una dimora elegante e raffinata, dove ambienti arredati e vetrine dialogano tra loro per raccontare usi, riti e quotidianità delle epoche passate.
Le sale del Museo Accorsi custodiscono quasi tremila oggetti, dalle porcellane di Meissen, Frankenthal e Sèvres alle maioliche, dai cristalli e argenti alle raffinate tabacchiere in madreperla e tartaruga montate in bronzo dorato. Spiccano i capolavori di ebanisteria di Pietro Piffetti, maestro indiscusso del Settecento, accanto a dipinti di artisti piemontesi come Vittorio Amedeo Cignaroli e a tele di grande rilievo internazionale, tra cui quelle di François Boucher.
Una parte del museo di Arti Decorative Accorsi Ometto riproduce fedelmente otto ambienti di Villa Paola a Moncalieri, la residenza prediletta di Accorsi, mentre il resto del percorso restituisce una residenza ideale, concepita per trasmettere il “gusto Accorsi”, dove ogni dettaglio è scelto per raccontare la storia del bello e dell’eleganza.
Il Mobile più bello del mondo
Tra i capolavori assoluti custoditi dal Museo Ometto Torino spicca il celebre doppio corpo di Pietro Piffetti, firmato e datato Taurini 1738. Considerato dalla critica internazionale “il mobile più bello del mondo”, è un’opera che racchiude in sé l’essenza del virtuosismo tecnico e dell’erudizione iconografica settecentesca. Le sue linee mistilinee, gli intarsi in avorio e tartaruga e le raffinate lastronature creano un kaleidoscopio di immagini ispirate a incisioni tra Cinque e Seicento.
Commissionato in occasione di un matrimonio, il mobile intreccia simbologie amorose e allegoriche: dal motto latino “Perpetuum nodis” alle scene mitologiche delle nozze di Alessandro e Rossana, fino alla presenza di Cupido. Gli interni, decorati con figure di Apollo e Diana, riflettono il dialogo tra principi maschile e femminile, sole e luna, in un equilibrio perfetto tra arte, sapere e simbolismo.
Il percorso museale
Il percorso di visita al museo Accorsi si apre nel Salotto Tartaruga, dove pannelli in vetro dorato e smerigliato evocano il manto dell’animale e accolgono uno splendido cassettone di Piffetti. Da qui ci si immerge in un susseguirsi di ambienti che ricostruiscono atmosfere aristocratiche e quotidiane tra Sei e Settecento.
Il Salone Cinese, decorato con pannelli in carta di riso, introduce all’Oriente immaginato, mentre le Sale della Caccia espongono dipinti di Vittorio Amedeo Cignaroli. Le tre camere da letto raccontano stili e influenze diverse: la Camera Veneziana, con arredi dipinti; la Camera di Accorsi, con un letto lucchese, un dipinto di François Boucher e due stipi di Piffetti; e la Camera Bandera, caratterizzata da preziosi tessuti ricamati a cineserie.
Tra gli ambienti più suggestivi figurano il Salotto Luigi XV, con la commode in lacca Coromandel, il Salone Piffetti e il Salotto Luigi XVI, arricchito dal doppio corpo rivestito di formelle in maiolica di Pesaro. Il percorso continua nella Sala della Musica, con il fortepiano dei Fratelli Erard del 1818, nella Sala da Pranzo, impreziosita da carte dipinte a cineserie provenienti dal Castello di Favria, e nella Cucina, con una straordinaria raccolta di oggetti in rame.
La chiusura del percorso della Fondazione Accorsi Ometto è affidata alle collezioni di porcellane e maioliche e alla preziosa raccolta di tabacchiere, autentico trionfo di raffinatezza. Lungo le sale emergono altri capolavori: l’inginocchiatoio di Luigi Prinotto, cassettoni attribuiti a Giuseppe Maria Bonzanigo e Francesco Bolgiè, sculture come il Trionfo della Virtù (1744) di Francesco Ladatte, oltre a opere antiche che spaziano da un trittico trecentesco a tavole fiamminghe cinquecentesche, fino a disegni italiani del Cinquecento.
Fin dalla sua nascita, il museo affianca alla collezione permanente una ricca programmazione di mostre temporanee dedicate alle arti decorative e al patrimonio storico-artistico piemontese, con frequenti aperture a temi e collaborazioni di respiro internazionale.
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Come arrivare alla Fondazione Accorsi Ometto Museo di Arti Decorative
La sede della Fondazione Accorsi – Ometto – Museo di Arti Decorative si trova nello storico palazzo seicentesco di via Po 55, Torino, a pochi passi da Piazza Castello e dal cuore barocco della città. L’edificio, un tempo parte del complesso di Sant’Antonio Abate, conserva ancora tracce storiche visibili nell’androne e in alcuni ambienti interni, che aggiungono fascino alla visita.
Grazie alla posizione centrale, il museo è facilmente raggiungibile a piedi dal centro storico, magari abbinando la visita a un itinerario che includa la Mole Antonelliana, Palazzo Madama o i portici di via Po.
Per chi utilizza i mezzi pubblici, numerose linee di autobus e tram fermano lungo via Po e nelle strade limitrofe, collegando il museo con le principali zone cittadine.
Chi arriva in treno può raggiungere il museo in pochi minuti con i mezzi pubblici dalle stazioni di Porta Nuova e Porta Susa, oppure optare per una passeggiata che permette di attraversare le vie più suggestive del centro.
Per chi preferisce muoversi in auto, via Po è ben collegata con le principali direttrici urbane, ma occorre considerare che i parcheggi in zona sono regolamentati a pagamento. Sono disponibili diverse aree di sosta a breve distanza dal museo, ideali per chi vuole visitarlo in comodità.
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Museo Accorsi Ometto: orari e prezzi
Il Museo Accorsi-Ometto osserva la chiusura il lunedì. È aperto dal martedì al venerdì con i seguenti orari: 10.00–18.00 nei giorni di martedì, mercoledì e venerdì, mentre il giovedì la visita è prolungata fino alle 20.00, ideale per chi preferisce scoprire le sale nelle ore serali. Durante il fine settimana e nei giorni festivi il museo è visitabile con orario 10.00–19.00.
Il biglietto unico consente l’accesso a tutte le sale museali. La tariffa intera è di 14 euro, mentre sono previste diverse riduzioni: 12 euro per giovani fino a 26 anni e per gli over 65, 10 euro per i possessori di convenzioni specifiche e 6 euro per gli insegnanti.
L’ingresso è gratuito per bambini fino a 10 anni, titolari di Abbonamento Musei Piemonte e della Torino+Piemonte Card, membri ICOM, persone con disabilità con accompagnatore, guide turistiche abilitate e giornalisti iscritti all’albo. Inoltre, per chi desidera un’esperienza più completa e approfondita, il museo offre anche visite guidate al Museo Accorsi, un’occasione per scoprire curiosità, dettagli storici e artistici raccontati da esperti.

